Il tiro di rimbalzo non è assolutamente un Trick-Shot come alcuni potrebbero pensare, né è qualcosa di astratto e fantasioso, al contrario è un concetto molto concreto, estremamente importante da comprendere, che contiene dinamiche complesse ma assolutamente utili e reali.
Bisogna capire che non è tanto la capacità di applicare e sfruttare consapevolmente il principio del “rebound shooting”, che richiede una tecnica estremamente solida, un’ampia conoscenza della balistica terminale, anni di esperienza nell’addestramento ed un maneggio avanzato dell’arma da fuoco, ma ciò che è importante è comprenderne il significato, il principio tecnico e la sua dinamica passiva.
Perché dovremmo conoscere o comprendere tutto questo, in relazione al contesto reale?
Comprendere come funziona la dinamica del “tiro di rimbalzo”, comprenderne il significato tecnico e soprattutto comprendere il concetto di balistica terminale legato ai rimbalzi, alle traiettorie sporche ed agli angoli di impatto, potrebbe fare la differenza tra soccombere e sopravvivere e ci fornirebbe sicuramente le competenze per poter valutare efficacemente il livello di protezione/rischio di una copertura.
Saper comprendere l’effettivo valore di una “copertura” è fondamentale non solo nella fase di discriminazione della stessa, ma anche durante il suo utilizzo, perché comprendere quali sono le aree di rischio o di esposizione anche quando ci si trova dietro la copertura, ridurrebbe drasticamente il rischio di essere colpiti casualmente da un tiro di rimbalzo o da una traiettoria sporca.
Quali sono le dinamiche passive del “tiro di rimbalzo”?
Per dinamiche passive intendo quelle dinamiche involontarie durante uno scontro a fuoco che possono generare traiettorie sporche, rimbalzi ed angoli di impatto variabili ed indiretti. Più semplicemente, l’avversario non ha nemmeno bisogno di sapere come applicare il tiro di rimbalzo, è sufficiente che i suoi tiri interagiscano con il nostro ambiente di prossimità, generando traiettorie sporche casuali ed angoli di impatto indiretti dovuti ai rimbalzi.
Cosa si intende per ambiente di prossimità?
Per ambiente di prossimità intendiamo lo spazio adiacente a noi che si sviluppa attorno a noi a 360° e che di fatto costituisce anche un filtro balistico.
Qual è la differenza tra Cover e Concealment?
Per cover intendiamo una porzione variabile dello spazio di prossimità in grado di offrire protezione balistica da proiettili o schegge. Con il termine Concealment indichiamo una porzione dello spazio di prossimità in grado di nascondere la nostra figura, di nascondere la nostra silhouette al FOV del/i nostro/i avversario/i, senza tuttavia offrirci protezione balistica.
“Bisogna comprendere che non è tanto la capacità di applicare e sfruttare consapevolmente il principio del “tiro di rimbalzo”, che richiede una tecnica estremamente solida, un’ampia conoscenza della balistica terminale, anni di esperienza nell’addestramento ed un avanzato maneggio dell’arma da fuoco, ma ciò che è importante è comprenderne il significato, il principio tecnico e la sua dinamica passiva.”
Qual è dunque la relazione tra il Tiro di Rimbalzo ed il concetto di Copertura e perché è estremamente importante comprenderne la dinamica passiva?
Come abbiamo detto, considereremo copertura qualsiasi porzione di spazio utile ad offrirci un riparo balistico, ciò significa che quella porzione di spazio sarà costituita da materiali in grado di fermare proiettili e schegge. Se uno o più piani della nostra Copertura e del nostro spazio di prossimità, sono costituiti da superfici dure, solide, lisce, piane, composte da materiali che hanno un basso o nullo coefficiente di assorbimento balistico, come ad esempio: cemento armato, pietra, acciaio, metallo, asfalto o in alcuni casi anche legno o gomma, potremmo trovarci esposti ad un rischio concreto ed alto di essere colpiti anche dietro la nostra “copertura”.
Per spiegare meglio questo concetto, farò due esempi:
Immaginate i parcheggi, in particolare quelli dei centri commerciali, tipicamente costituiti da superfici dure, piane e lisce distribuite a 360°. Pensate ai pavimenti, alle pareti portanti degli edifici, comprese le vostre case, agli edifici ed alle strutture metalliche artificiali, agli edifici industriali, alle fabbriche, alle navi, ai treni e ai mezzi di trasporto.
Ognuno di questi ambienti è costituito da materiali e superfici che apparentemente potrebbero offrire una protezione balistica solida e concreta, ma che in realtà potrebbero invece non solo non proteggerci balisticamente ma esporci ad un rischio maggiore.
Il secondo esempio che voglio fare è relativo al V-CQB.
Premesso che un veicolo, quando cessa di essere un vettore dinamico, deve essere considerato solo una copertura di emergenza e temporanea, premesso che un veicolo è costituito da punti duri e punti morbidi, aree di occultamento ed aree di copertura, dobbiamo capire di cosa stiamo parlando.
Detto questo, il problema sorge proprio quando ci troviamo dietro al veicolo, sfruttando un’area che consideriamo una copertura ed invece saremo esposti a possibili rimbalzi, traiettorie sporche ed angoli di impatto.
Dovete sapere che, in base agli angoli di impatto, quasi tutto il veicolo è potenzialmente considerato un corpo riflettente a livello balistico.
Anche il parabrezza o il lunotto posteriore possono deviare traiettorie e generare rimbalzi con angoli variabili e persino controllabili.